Sonnolenza: ecco perché caffeina e zuccheri non sono di aiuto
Quando la quantità di ore di sonno per notte è inferiore a quella di cui necessita l’organismo per poter operare a pieno regime, la tentazione di rimediare con caffeina e zucchero è sempre forte. Ma queste soluzioni rapide, a lungo andare, possono peggiorare la situazione.
Zuccheri: una spinta temporanea e un crollo rapido
Secondo uno studio condotto in Inghilterra presso la Loughborough University, gli zuccheri forniscono una spinta temporanea, ma nel momento in cui questo vacuo picco di energia svanisce il rischio è di diventare ancora più assonnati di prima e di avere tempi di reazione più lenti.
Il Dottor Ralph Downey III, direttore del Centro dei Disturbi del Sonno presso la Loma Linda University in California, afferma che gli zuccheri non costituiscono il modo migliore per stimolare il cervello. A dire il vero, forniscono una spinta inferiore rispetto alla caffeina.
Per una carica di energia che perduri tutto il corso della giornata, è consigliabile consumare un piccolo spuntino. E’ bene puntare su una combinazione di proteine e carboidrati (una mela con burro di arachidi, per esempio). L’importante è non esagerare con le porzioni di cibo: un eccessivo senso di pienezza può provocare o acuire una stanchezza preesistente.
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